La Grecia è un laboratorio politico, oltre che terra di devastazione prodotta dal micidiale tornado politico - finanziario che l'ha investita. Con un welfare ormai ridotto al minimo, le reti di protezione e solidarietà esistenti rimandano al protagonismo dei cittadini. I giovani, soprattutto, che hanno compreso la necessità dell'auto organizzazione. E' un laboratorio perché per la prima volta dalla seconda guerra mondiale un paese occidentale deve fronteggiare un radicale cambio di paradigma: dal benessere diffuso ad uno scenario nel quale le premesse del modello consumistico sono saltate. Una parte della società ha risposto attivando anticorpi sociali, un'altra è stata risucchiata nel circuito autodistruttivo, come dimostra l'incremento del consumo di droghe sintetiche. Pedios to areos, il parco nel centro di Atene, è il simbolo di queste contraddizioni: luogo di rifugio per i nuovi tossicodipendenti, nodo della solidarietà organizzata dagli ateniesi verso coloro che lì sono accampati. Né dalla politica può giungere alcuna soluzione. Dopo il fallimento del tentativo velleitario di Tzipras e le imminenti elezioni che apriranno le porte ad una grande coalizione cui affidare la gestione dell'austerità, la risposta può venire solo dall'auto produzione. Dalla capacità di quella parte della società greca in grado di dare vita ad esperienze di esodo dalla crisi e dalla disperazione sociale. Sperimentando soluzioni alloggiative, lavorative, educative, culturali, alimentari, culturali alternative al modello bio tecno consumista. Senza improbabili ritorni al passato, ma utilizzando tutte le soluzioni già disponibili (l'esperienza della Cooperativa generale di Catalogna, attiva non solo nel consumo ma anche nella produzione) e sperimentandone di nuove. Utilizzando a dovere gli stessi algoritmi con cui il capitale - sfruttando i bisogni di affettività, conoscenza, condivisione - estrae valore. Dalla Grecia può iniziare l'Esodo.