La "Buona scuola" non cambierà molto la scuola italiana. Né la peggiorerà perché in senso generale non c'è nulla da peggiorare o migliorare. In realtà non esiste la scuola italiana, esistono le scuole con il lavoro dei docenti, lo scarso interesse degli studenti, la proposta culturale. Talvolta soffocate dalla polvere, altre volte incredibilmente vive, forti, appassionanti. L'unica vera riforma è il formarsi delle scuole intorno ad un progetto comune docenti - studenti, autonomo, condiviso, partecipato. Fatti salvi pochi punti comuni e la dotazione finanziaria pubblica, la buona scuola che immaginiamo è espressione del comune auto organizzato (orari, materie, gestione edifici). Né pubblica, tanto meno statale, né privata (paolo allegrezza).
mercoledì 29 aprile 2015
domenica 5 aprile 2015
Ciò che conta per l'Occidente
Faccenda
complessa assai, quella posta da Agamben. Francesco, se mi ricordo bene, cerca di vedere l'uso
come ethos, forma di vita e di comunità. Ma tutto questa problematica ci
riporta alla falsa universalità dello Stato moderno e
all'individualismo e atomismo della società borghese:
l'uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge, e alla
proprietà, da una parte e la società dell'egoismo e delle particolarità
reali dall'altra (e da qui arriviamo, anzi siamo a Marx e la faccenda
si complica-arricchisce). Comunque molto interessante, ripartire da
Francesco, dalla comunità per rompere il nocciolo duro dell'ego: "la
sola Causa che conta in Occidente rischia di essere quella
dell'affermazione solitaria del proprio Ego". (M. Recalcati, la
Repubblica, p.13 sab/28/3/15). Lo direbbe anche il Papa.
Francesco Scarnati
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