Sulla scuola ricomincia il birignao. Accantonate, per ora, le 36 ore per i docenti, rimane in campo la proposta di valutare degli istituti. Il che non è male, basta vedere come realizzarla. Mentre a settembre sono annunciate le rituali proteste contro l'altrettanto rituale "attacco alla scuola pubblica". L'abbiamo scritto già altre volte, le cose da fare sono poche ma estremamente difficli da realizzare perché toccano interessi consolidati e vecchi privilegi.
Autonomia finanziaria e patrimoniale (la proprietà degli immobili porterebbe cospicui risparmi) agli istituti con possibilità per i presidi di assumere i docenti con contratti a t.d.
Valutazione degli istituti da parte di organismi esterni sulla scorta di obiettivi triennali fissati in relazione al contesto e alla conseguente mission della scuola.
Incentivi finanziari per docenti che vogliano trasferirsi in scuole "difficili".
Eliminazione dei concorsi come causa prima del precariato, da sostituire con corsi di laurea abilitanti.
Eliminazione del valore legale del titolo di studio.
Eliminazione delle bocciature.
Aggiornamento straordinario dei docenti sulla didattica multimediale.
Messa in rete tutti gli Istituti ponendo l'obiettivo di una Lavagna multimediale in ogni classe.
Sottoporre a controlli stringenti le scuole paritarie
Eliminazione dell'esame di stato, rito ormai stantio.
Il problema della scuola italiana non è la mancanza di soldi, ma la vaghezza degli obiettivi.
lunedì 21 luglio 2014
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