Il riformista è ben consapevole di essere costantemente deriso da chi prospetta future palingenesi, soprattutto per il fatto che queste sono vaghe, dai contorni indefiniti e si riassumono, generalmente, in una formula che non si sa bene cosa voglia dire, ma che ha il pregio di un magico effetto di richiamo. (Federico Caffè)
martedì 1 aprile 2014
Rosi Braidotti, Il postumano
Riportiamo un brano de "Il postumano", il saggio recentemente pubblicato da Rosi Braidotti (Derive Approdi, pp. 220, e.17,00). Filosofa femminista, allieva di Deleuze, propone una nuova grammatica della condizione postumana. L'uomo - macchina, abbandonato il paradigma antropocentrico, può trasmigrare in una nuova soggettività nomade, relazionale, solidale.
Il divenire postumano è un processo di ridefinizione del senso di connessione con il mondo condiviso e l’ambiente: urbano, sociale, psichico, ecologico o planetario che sia. Esso esprime molteplici ecologie dell’appartenenza, mentre innesca la trasformazione delle coordinate sensoriali e percettive, riconoscendo la natura collettiva e l’apertura verso l’esterno di ciò che ancora chiamiamo soggetto. Tale soggetto è infatti un assemblaggio mobile in uno spazio di vita condiviso che egli non controlla né possiede, ma che semplicemente occupa, attraversa, sempre in comunità, in gruppo, in rete. Per la teoria postumana il soggetto è un’entità trasversale, pienamente immersa in e immanente a una rete di relazioni non umane (animali, vegetali, virali). Il soggetto incarnato zoe-centrato è preso in collegamenti relazionali di tipo virale e contagioso che lo interconnettono a una vasta gamma di altri, partendo dagli eco-altri fino a includere l’apparato tecnologico. […]