Il riformista è ben consapevole di essere costantemente deriso da chi prospetta future palingenesi, soprattutto per il fatto che queste sono vaghe, dai contorni indefiniti e si riassumono, generalmente, in una formula che non si sa bene cosa voglia dire, ma che ha il pregio di un magico effetto di richiamo. (Federico Caffè)
mercoledì 17 agosto 2011
Il sogno del riformista
Un amico ci ha mandato una mail raccontandoci un sogno. Una finanziaria che contenesse poche, sensate misure. Un tetto per i super stipendi pubblici e per le indennità di deputati e consiglieri regionali, l'abolizione delle pensioni per parlamentari e consiglieri regionali, il divieto di cumulo per le pensioni pubbliche, il dimezzamento del numero dei parlamentari, l'abolizione dell'otto per mille alla Chiesa cattolica (1 miliardo di incasso l'anno quando i preti diminuiscono) e delle esenzioni fiscali, l'abolizione delle province, del finanziamento pubblico a partiti e stampa, la privatizzazione della Rai, delle municipalizzate, la patrimoniale con esclusione della prima casa, un prelievo sugli scudati. Poi si è svegliato. E ha scritto la mail.