Il riformista è ben consapevole di essere costantemente deriso da chi prospetta future palingenesi, soprattutto per il fatto che queste sono vaghe, dai contorni indefiniti e si riassumono, generalmente, in una formula che non si sa bene cosa voglia dire, ma che ha il pregio di un magico effetto di richiamo. (Federico Caffè)
sabato 30 luglio 2011
La verginità di Bindi e Vendola
I nuovi moralizzatori, Bindi e Vendola, dovrebbero essere più attenti quando puntano i ditini accusatori. Posto che sia vera la versione fornita da Bindi sulla campagna elettorale veneta dell'89: soldi provenienti da amici e associazioni cattoliche, rimane il piccolo particolare della candidatura in una lista che aveva come capolista Andreotti. Non Dossetti o Lazzati. Riguardo a Vendola: chi nominò Tedesco assessore alla sanità nel 2005, pur in presenza di un evidente conflitto di interessi visto che era in affari nel settore ? Né l'uno né l'altra ebbero problemi ad accettare la compagnia di due simboli della prima repubblica: Andreotti e socialisti. Miserie.